Andate via. Tutti: maggioranza e opposizione.

L’Amministrazione deve operare e fare scelte decisive per la comunità avendo nella stanza accanto una commissione fatta di esperti prefetti e ufficiali dei carabinieri che passa al setaccio ogni singolo atto, e chissà se abbiano richiesto anche quello votato o firmato un giorno o un’ora prima da Tizio o da Caio.

consiglio

Una riunione di consiglio comunale che a Pratola Serra si conclude in mezzora è certamente una notizia. Eppure i consiglieri di minoranza Galdo e Vacchio ci avevano provato in apertura di seduta, il 4 settembre scorso, a scaldare l’ambiente chiedendo chiarimenti sulla Commissione d’accesso Antimafia e sul servizio di raccolta dei rifiuti tuttora in bilico tra Irpiniambiente e nuova società in attesa delle decisioni di merito che il TAR assumerà in dicembre. Due questioni importanti, su una della quale (Irpiniambiente, manco a dirlo) il sindaco non ha escluso la convocazione di un consiglio monotematico per spiegare come stanno le cose.

Ecco, qui occorrerebbe una prima riflessione: se l’opposizione tanto ci teneva ad aprire un confronto su questi due temi, poteva utilizzare lo strumento dell’autoconvocazione del Consiglio; certo, la maggioranza avrebbe potuto sottrarsi o dilatare i tempi, ma almeno le posizioni sarebbero state chiare. Ma perchè, nonostante le brevi schermaglie iniziali, il Consiglio è durato così poco? Semplice, perchè l’unico punto all’ordine del giorno – la surroga della consigliera dimissionaria Maddalena Capone alla quale subentra il vicesindaco Marianna Galdo – non è stato ritenuto nè dalla maggioranza nè dall’opposizione meritevole di valutazioni politiche.

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 Eppure, forse, qualcosa da dire c’era, qualche riflessione da compiere soprattutto: a partire dal fatto che le dimissioni di Maddalena Capone sono giunte in concomitanza con l’insediamento della Commissione d’accesso Antimafia. Cosa c’entra l’ex consigliera Capone con la Commissione d’accesso Antimafia? Nulla, ovviamente.

Le motivazioni delle dimissioni sono chiare ed inequivocabili, spiegate dalla stessa dimissionaria con una comunicazione letta dal sindaco nel corso del Consiglio: esse sono legate agli impegni lavorativi e familiari, spiegati questi con una dovizia di particolari che non lascia spazi a interpretazioni o congetture. Le ragioni sono quelle spiegate e sulla decisione non c’era davvero nulla da dire. Quali riflessioni potevano e dovevano essere fatte, allora? Certo non le poteva fare la maggioranza, poteva e aveva il dovere di farle, invece, l’opposizione.

Certo, la minoranza la sua riflessione l’ha fatta attraverso una nota stampa, riportata qui:

http://www.irpinianews.it/siamo-pratola-serra-lamministrazione-aufiero-cade-pezzi-arrivano-le-dimissioni-di-maddalena-capone-vice-presidente-del-consiglio-comunale/

Ma davvero oltre alle battutine su fuoriclasse e fratelli non c’era null’altro da dire?

Del resto, nella nota stessa il gruppo di minoranza auspica che i giusti chiarimenti possano venire dalla riunione di Consiglio, ovviamente la sede deputata istituzionalmente – per la maggioranza, certo, ma anche per l’opposizione – al fine di mettere in chiaro la situazione amministrativa. Invece sia maggioranza che opposizione affidano alla stampa le proprie posizioni. Quantomeno stravagante: loquaci sui giornali, reticenti in Consiglio comunale. Evidentemente la maggioranza ha ritenuto sufficiente la lettura della comunicazione (come se il problema dell’Amministrazione si esaurisse nelle dimissioni di un consigliere comunale) e la minoranza ha pensato che quanto riportato nel comunicato stampa fosse sufficiente per pacificare la propria coscienza, nonostante solo pochi minuti prima avesse lanciato l’allarme su Commissione d’accesso Antimafia e gestione del servizio raccolta dei rifiuti.

Forse era il caso, quantomeno, di porre alcune questioni, perché non c’è solo la patata bollente della responsabilità del settore finanziario che nessuno vuole tenere (in due anni passata per le mani di sindaco, vicesindaco, assessore Maddalena Capone e assessore Angelo Capone, dopo che l’ex segretaria comunale se n’era disfatta ancor prima di loro); c’è da chiarire, soprattutto, perché mai lo scorso anno nel giro di un mese avvengono tre fatti che cambiano la geografia politica dell’Amministrazione: il 16 aprile l’ex vicesindaco Massimo Panza rassegna le dimissioni da consigliere comunale, il 4 maggio il sindaco Emanuele Aufiero per motivi di opportunità politica rassegna le dimissioni da responsabile del Settore finanziario ed infine il 15 maggio l’assessore Maddalena Capone comunica di non accettare le deleghe al Bilancio, contenzioso, tributi, patrimonio e demanio affidategli (testuale, ahimé) e di rinunciare alla responsabilità del Settore finanze e tributi PER MOTIVI STRETTAMENTE PERSONALI.

Il maiuscolo è nell’atto, quasi a voler convincere soprattutto se stessi delle ragioni alla base della rinuncia.

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Dunque: motivi strettamente personali (in maiuscolo) e motivi di opportunità politica (in minuscolo) fanno muovere molti pezzi importanti sullo scacchiere dell’Amministrazione. Solo che nella sua nota la minoranza sottolinea che all’ex consigliera Capone  “venne proposta anche la Responsabilità del Settore Ragioneria Finanze e Tributi con deleghe al: bilancio; contenzioso; patrimonio e demanio; responsabilità che l’assessore Maddalena Capone non accettò”. Tutto giusto, se non fosse che l’attività politica non si risolve nel fare la cronaca dei fatti ma, appunto, nel far conseguire fatti politici ai fatti di cronaca.

Perché le dimissioni di un assessore sono un fatto politico, non un semplice avvenimento liquidabile con ragioni personali, familiari e lavorative. Queste sono le motivazioni, ma non sempre (in politica quasi mai) le motivazioni coincidono con le ragioni alla base delle scelte. Troppo facile parlare di “opportunità politica”.

Opportunità politica è la ragione delle dimissioni di Graziano Fabrizio da assessore.

Opportunità politica è la ragione delle dimissioni di Felice De Palma da presidente del consiglio comunale.

Per la cronaca: Graziano Fabrizio subentra in Consiglio comunale al posto del dimissionario Massimo Panza. Felice De Palma subentra in giunta, diventando assessore, al posto di Graziano Fabrizio.

Quale sarebbe, ad esempio, l’opportunità politica che spinge chi è l’esponente apicale dell’Amministrazione a “scaricare” la responsabilità di un settore cruciale (con i conti in rosso da anni) su un’assessora alla sua prima esperienza amministrativa? Quale rapporto c’è tra l’opportunità politica timidamente indicata dal sindaco (in minuscolo) e i motivi strettamente personali urlati (in maiuscolo) a proposito della rinuncia alla stessa responsabilità dell’ex assessore e consigliere comunale Maddalena Capone? Siamo completamente immersi in un ambito squisitamente politico , e in particolare di clima all’interno della maggioranza: assessori e presidenti del consiglio comunale che, sempre per ragioni di opportunità politica, si scambiano postazioni con assessori che si dimettono per diventare semplici consiglieri, presidenti di consiglio comunale che si dimettono per diventare assessori e un’assessora che si dimette per diventare nientemeno che vicepresidente del consiglio comunale; tutto questo in una sorta di gioco dei quattro cantoni (o, se si preferisce, di gioco della mazza della scopa quando alle feste si ballavano i “lenti”), come se i compiti e le funzioni degli amministratori si riducessero a una specie di Risiko nel quale conta la postazione che si occupa e non come si governa una comunità, e con quali competenze.

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La questione che la minoranza avrebbe avuto il dovere di aprire nell’ultimo Consiglio comunale partendo dalle dimissioni – inattaccabili e indiscutibili sul piano della scelta personale – della consigliera Capone è semplicemente questa: la maggioranza che oggi governa la comunità è la stessa – in termini di motivazioni e coesione politiche e non di numeri – che i cittadini elessero due anni fa? Perché delle due, l’una: se la motivazione e la coesione sono le stesse, perché mai ci sono incarichi e responsabilità che nessuno vuole? Se i cittadini hanno eletto un sindaco anche sulla base dell’esperienza maturata dall’ex sindaco oggi comunque parte attiva della maggioranza nelle due amministrazioni precedenti – amministrazioni sbandierate in campagna elettorale come sane, trasparenti e vincenti – come mai nè l’uno nè l’altro assumono il ruolo di responsabile finanziario provando a rifilarlo ora a Marianna Galdo, ora a Maddalena Capone per scaricarlo infine sul “solito” Angelo Capone? Se la coesione è quella presentata con successo ai cittadini, perché mai si è arrivati al punto che nessuno spiega in cosa consistono le opportunità politiche che hanno spinto il sindaco Aufiero (Emanuele) a scrollarsi di dosso la patata bollente, e l’ex assessore Graziano Fabrizio e l’ex presidente del consiglio comunale Felice De Palma a rimettere i precedenti incarichi ai fini di una retrocessione il primo e di una promozione il secondo?

Opportunità per chi? E, soprattutto, dov’è la politica?

Dove sia la politica bisognerebbe chiederlo in primo luogo all’opposizione che, al pari di un asino in mezzo ai suoni, continua a ripetere numeri ritenendo che l’elemento numerico e ragionieristico possa spiegare cosa è cambiato in questi due anni.

Per la minoranza l’Amministrazione Aufiero “cade a pezzi”. Cioè, c’è da pensare, essa ritiene che la maggioranza perda pezzi, e questo dimostra che gli ottimi consiglieri Galdo e Vacchio manchino proprio in fatto di calcoli numerici: la maggioranza non ha perso alcun pezzo, nove erano prima e nove sono adesso. Ciò che è cambiata è l’identità politica della maggioranza, il profilo delle competenze, le ragioni dello stare insieme. Non c’entrano i sorrisi e nemmeno i dati i bilancio (c’è da ritenere che persone accorte che si candidano per amministrare li avrebbero già dovuti conoscere e se non era così ancora peggio: un inganno più grave per i cittadini), quel che conta in questa fase è che un’Amministrazione – fatta sì di sindaco assessori e consiglieri ma anche di dirigenti e impiegati comunali oltre che collaboratori esterni – debba operare e fare scelte decisive per la comunità avendo nella stanza accanto una commissione fatta di esperti prefetti e ufficiali dei carabinieri che passa al setaccio ogni singolo atto, e chissà se abbiano richiesto anche quello votato o firmato un giorno o un’ora prima da Tizio o da Caio. La situazione è davvero uguale a quella che portò in Municipio gli attuali amministratori, siano essi di maggioranza e di opposizione?

Che se ne debbano andare (tutti: quelli che urlano in maiuscolo negli atti e quelli che da dieci anni giocano con il pallottoliere) lo dimostrano quegli scarsi trenta minuti di dibattito mentre intorno a quell’aula consiliare, mai così poco rappresentativa della realtà che amministra, tutto sta cambiando, tutto è cambiato.

Andate via. Già oggi è troppo tardi.

Per il bene di questo paese: andate via. Tutti.

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