Bambini ebrei come cavie: la storia di Sergio De Simone raccontata agli studenti dell’I.C. di Pratola Serra

La Scuola come custode della memoria della Shoah: un testimone da tramandare affinché il ricordo dell’Olocausto sia preservato anche quando i testimoni diretti non saranno più.

Questo il senso, sottolineato dalla Dirigente Scolastica Prof.ssa Maria Teresa Cipriano, della Giornata della Memoria celebrato giovedì 16 Febbraio 2023 dall’Istituto Comprensivo di Pratola Serra.

Una giornata all’insegna di una significativa e toccante testimonianza: quella che Mario De Simone ha offerto agli studenti delle classi terze della scuola media dei plessi di Pratola Serra e Montefalcione.

La storia è quella del fratello Sergio, deportato ad Auschwitz all’età di sette anni e destinato a diventare un “pezzo di laboratorio” per i folli esperimenti degli “scienziati” nazisti. Una storia da brividi, quella del piccolo Sergio, che il fratello ha sintetizzato anche in questa intervista.

«Nelle case degli ebrei si ricorda la Shoah tutti i giorni», ha detto De Simone, indicando il tentativo hitleriano di sterminio del popolo ebraico come «contenitore di tutte le crudeltà e cattiverie».

Di qui la necessità di ricavarne una lezione fondamentale: «La Shoah è il limite estremo del Male».

Non è un sopravvissuto, Mario de Simone, e la sua scelta di testimoniare è spiegata attraverso un percorso che parte dalla sua nascita – «Sono qui perché nato dopo la guerra» – per finire con l’impegno preso insieme a sua moglie al ritorno da Amburgo, quando conobbe il giornalista tedesco che aveva raccolto le prove di quanto avveniva nel campo nel quale era stato portato il piccolo Sergio e che gli consegnò i documenti che ne attestavano la morte.

«Questa storia non può rimanere nei confini della nostra famiglia – le parole dette da Mario alla moglie – ma va fatta conoscere ai più giovani».

Da quel momento il fratello di un bambino che fu deportato come ebreo nonostante avesse ricevuto il battesimo cattolico, ha visitato tantissime scuole per portare ai ragazzi un messaggio che è tutto politico: atrocità come la Shoah possono avvenire quando i cittadini si disinteressano di quel che accade intorno a loro.

Fare memoria, dunque, significa responsabilizzare soprattutto i più giovani affinché non manchi mai la loro partecipazione alla vita sociale e politica.

Tanti gli spunti di riflessione venuti dai ragazzi con le loro domande, alle quali De Simone ha risposto spaziando dal ruolo avuto dalle religioni nell’originare conflitti bellici e persecuzioni alle garanzie di pace e libertà offerte dalla Costituzione Italiana.

Il senso politico della Giornata della Memoria è stato ripreso dalla Preside Cipriano a conclusione dell’incontro.

«Celebrare la Giornata della Memoria è una scelta politica. La politica è anche l’arte di dire dei no. Noi abbiamo scelto di ricordare, perché la memoria è la porta della vita».

Non sono mancati i doni che i ragazzi hanno consegnato a Mario De Simone, a dimostrazione di come anche il corpo docente ha preparato l’evento con attenzione e scrupolo. Ogni dono è stato accompagnato da una motivazione, letta dagli alunni stessi.

“Abbiamo voluto legare le bellissime parole del Presidente Mattarella a un simbolo realizzato secondo la tradizione della nostra terra: le tradizioni non vanno mai cancellate, perché esse sono cultura, storia, identità. I sopravvissuti alla Shoah sono la testimonianza che nessuna cultura, nessuna fede, nessuna tradizione può essere cancellata. Il nostro impegno è che nel presente e nel futuro nessuno debba mai solo temere che accada di nuovo”.

“Lei ci ha raccontato pagine di Storia scritte con il sangue di milioni di innocenti, il dono di una penna che le ricorderà la nostra scuola è per noi ragazzi l’impegno a scrivere la Storia con i valori della vita e della cultura”.

“Mai più fili spinati, mai più persecuzioni: possa il volo leggero della nostra innocenza di ragazzi portare nel futuro la testimonianza che ci è stata donata dai sopravvissuti, affinché non vada mai perduta la memoria del sacrificio di ogni singola persona”.

Alla manifestazione, organizzata dalla Maestra Margherita Iannella e svoltasi presso l’Auditorium “Giovanni Paolo II” di Pratola Serra, erano presenti anche diversi genitori, che hanno voluto esprimere il proprio ringraziamento alla Preside, ai docenti e a Mario De Simone per la grande lezione di vita e di Storia ricevuta dai loro figli.