Francesco

Un palazzo in una città lontana, uomini con valigette scure, benefattrici remunerate, porpore con riflessi rosso vergogna. Sorrideva circondato da sorrisi che appena fuori dalla sua porta si sarebbero trasformati in ghigni.

La voce gli disse di guardare dentro le valigie: si sentì sconfitto, non sorpreso. Chiamò l’amico perduto e lesse la sfida nei suoi occhi: ne fu sorpreso ma non si sentì sconfitto.

Non si illudeva. Gli uomini con le valigette sarebbero tornati con le benefattrici remunerate. Lui, invece, sarebbe passato. Solo chi aveva servito annaspando nel fango e rialzandosi con la tonaca miracolosamente bianca sarebbe rimasto. Talità kum.